Il 15 febbraio a Baghdad, si tenne una giornata di mobilitazione internazionale contro la guerra all’Iraq indetta dal Social Forum Europeo. La manifestazione per la pace contro il pericolo di guerra minacciata dal governo americano, fu organizzata da “Un ponte per Baghdad” e dall’associazione statunitense “Voices in the wilderness”. Vi fu la partecipazione anche di altri gruppi di pacifisti internazionali presenti a Baghdad e una delegazione proveniente dall’Italia.
La manifestazione si svolse di fronte agli uffici dell’ONU di Baghdad per chiedere al Consiglio di Sicurezza di rispettare la Carta dell’ONU e agli ispettori dell’UNMOVIC, di non prestarsi a coprire la volontà di guerra degli USA.
La manifestazione percorse le vie di Baghdad, sfilando tra la gente che usciva dalle proprie botteghe per ringraziare i manifestanti o semplicemente per curiosità.
Una manifestazione, che non ha avuto alcun contatto con quella governativa, svoltasi in contemporanea altrove. Una manifestazione, che invece ha avuto mille contatti con i civili, con chi è la vera vittima dell’embargo, con chi sarebbe stata vittima in caso di guerra. Una manifestazione che ha gettato un ponte di solidarietà tra i popoli e ha idealmente unito, grazie ai pacifisti italiani, Baghdad con Roma nel NO alla guerra senza SE e senza MA.